Intel scorpora le fonderie e mette in pausa gli investimenti in Europa
Pubblicato da Il Sole 24 Ore in Notizie dal web · Martedì 10 Set 2024
La società alle prese con una
cura dimagrante dopo le trimestrali deludenti. Per due anni stop agli
impianti in Germania e Polonia.
Sono ore di euforia, a Wall Street, per il titolo di
Intel, dopo che il ceo - Pat Gelsinger - ha annunciato che la società è
pronta di trasformare la sua attività di fonderia in un’unità
indipendente con un proprio consiglio di amministrazione e la
possibilità di raccogliere capitale esterno. Intel ha anche annunciato
che venderà parte della sua quota nella società di chip programmabili
Altera. La decisione arriva pochi giorni dopo che il consiglio di
amministrazione di Intel si è riunito per valutare la direzione e il
futuro dell’azienda
Gelsinger ha spiegato che la
ristrutturazione consentirà all’attività di fonderia di «valutare fonti
di finanziamento indipendenti».
Dati alla mano, fino a oggi le foundry - che Intel prevede di utilizzare
per produrre chip per altri clienti, sul formato TSMC per capirci - si
sono rivelate un grosso ostacolo per i profitti del gigante americano,
con l’azienda che ha speso circa 50 miliardi di dollari negli ultimi due
anni. Scorporare l’attività sembra un’azione irrimandabile, o almeno
così sembra aver deciso il board.
Da inizio anno, il titolo di Intel ha perso circa il 60%. I profitti
fiaccati dalle spese per le fonderie e il business - un po’ sfuggito -
dei chip per l’intelligenza artificiale, hanno influito pesantemente
sull’andamento della società in Borsa. Ad agosto, scorso, la società
californiana, ha riportato risultati trimestrali deludenti, innescando
la svendita più brusca degli ultimi 50 anni. Risultati ai quali sono
seguiti gli annunci sul taglio del 15% della sua forza lavoro come parte
di un piano di riduzione dei costi da 10 miliardi di dollari.
Stop agli investimenti in Germania e Polonia
Ma
non c’è solo la possibilità (sempre più certa) dello scorporamento
delle foundry, nelle idee di Intel. La società guidata da Gelsinger ha
infatti intenzione di mettere in pausa i suoi sforzi per nuovi
stabilimenti in Polonia e Germania «per circa due anni in base alla
domanda di mercato prevista», ha spiegato il ceo. Intel ritirerà anche i
suoi piani per la fabbrica malese, mentre i progetti di produzione
negli Stati Uniti rimarranno inalterati. Anche perché proprio nelle
ultime ore, l’azienda ha ricevuto circa 3 miliardi di dollari
dall’amministrazione Biden e dal Chips and Science Act. Il finanziamento
è destinato al programma “Secure Enclave”, che promuove un progetto tra
Intel e il Dipartimento della Difesa.
Il governo degli Stati Uniti sta rafforzando i suoi
investimenti nella produzione di semiconduttori a causa della crescente
tensione con la Cina su Taiwan, dove trovano sede i principlai
produttori di chip a progetto (come TSMC). Ritornare ad un’autonomia
produttiva è un progetto ambizioso, ma anche molto complicato.
Oltre
all’annuncio della fonderia, Intel ha affermato di aver stipulato un
accordo con Amazon Web Services. Per la divisione cloud del gigante di
Bezos, Intel produrrà chip personalizzati per l’intelligenza
artificiale, estendendo una partnership di lunga data tra le due
aziende.